Momento: Lezione capovolta, esercitazione a gruppi
Docente: Paolo Buffa
Dove: Aula
Durata e orario: Intera lezione
Classe: FOT1
Descrizione: Al posto di spiegare personalmente i metodi di fusione in Photoshop ho assegnato quest’incombenza agli studenti.
In pratica ho definito cosa avrebbero dovuto svolgere a coppie, ovvero descrivere un determinato metodo di fusione di Photoshop, sia per iscritto sia oralmente. Inoltre avrebbero dovuto pensare un’esercizio d’esempio per accompagnare la spiegazione e un altro da far eseguire in classe sotto la loro supervisione.
Il compito è stato assegnato una settimana prima e per poterlo portare a termine nella maniera più ordinata ho creato delle cartelle condivise su Drive, inserendo un template del documento su cui scrivere la definizione del metodo e spiegando dove caricare i files d’esempio e d’esercitazione.
Per assegnare i metodi di fusione ad ogni coppia li ho fatto estrarre a sorte attraverso due urne. In ogni urna ho messo dei bigliettini uguali con lo stesso nome (cioè lo stesso metodo), in tal modo a metodi uguali è corrisposta una coppia di studenti.
Il giorno delle presentazioni le coppie sono di volta in volta venute “alla cattedra” e hanno usato il mio computer per proiettare, dove preventivamente avevo scaricato i files per le esercitazioni. Attraverso Drive è stato relativamente veloce per chiunque scaricare gli stessi files da utilizzare.
Gli interventi non avevano un limite temporale, in ogni caso quelli più lunghi hanno compensato i più brevi e si è riusciti a finire in orario. Durante tali interventi ho corretto tutte le imprecisioni che man mano potevano presentarsi, tentando però di farlo il meno possibile e indirizzando l’esposizione verso un linguaggio il più possibile semplice e alla portata di tutti.
Considerazioni: Prova piuttosto difficile, per chiunque, docente e studenti. Nel complesso riuscita ma con molte situazioni da perfezionare in futuro.
Sicuramente dovrò lasciare almeno due settimane di tempo la prossima volta, per lavorarci sopra al meglio e poi insistere maggiormente sul linguaggio da utilizzare: nessun tecnicismo imparato a memoria (e regolarmente dimenticato al momento dell’esposizione) ma terminologia informale, laddove una volta imparato il concetto risulta quindi possibile trasmetterlo a chiunque.
Rimane di buono l’esperienza in se, piacevolmente imprevedibile; l’essere riusciti a rimanere nel tempo della lezione senza forzature; alcune esposizioni ed esercitazioni divertenti; il fatto che gli stessi relatori dovessero intervenire per aiutare chi aveva difficoltà a portare a termine l’esercizio proposto; l’aver ottenuto infine una sommaria dispensa sui metodi di fusione, scritta dagli alunni e che chiederò di perfezionare, prima del termine del corso, per renderla effettivamente comprensibile, e di valore, per chiunque.
